L'11 gennaio un motociclista francese, tale Thomas Bourgin, ha perso la vita durante una tappa di trasferimento della Parigi-Dakar (che da anni ormai si corre in Sud America). Ovviamente l'evento in Italia ha avuto risonanza pari a quella di una scorreggiona inodore in una stanza piena di sordi. Accendo la tv aspettandomi un minimo di attenzione per il tragico evento: niente. Un paio di volte ne viene data la notizia senza nemmeno lanciare uno straccio di servizio. Solo Studio Sport coglie la palla al balzo per far il solito minuto e mezzo strappalacrime con l'elenco infinito dei 50 morti totali nella storia della Dakar. Trascurando clamorosamente vita morte e miracoli del morto del giorno. Su internet la notizia circola eccome, battutissima da piccole e grandi testate, almeno subito dopo l'incidente. Ma la prova del nove non poteva che essere Facebook. Parliamoci chiaro: se al giorno d'oggi muori e nessuno imposta la tua foto come immagine del profilo, non vali nulla. Dato che per il Sic il fenomeno era stato ampiamente diffuso, e tutti i fan post mortem erano stati pronti a giustificarsi dicendo "EHI NON È PERCHÈ È FAMOSO! ERA GIOVANE ED È MORTO FACENDO QUEL CHE GLI PIACEVA!", mi sarei aspettato grande partecipazione popolare anche stavolta. Ma chi prendo in giro? Ovviamente il povero Thomas non se l'è cagato di striscio nessuno. A stento qualche paginetta gestita da motociclisti fanatici ha riportato la notizia per far 4 mi piace. Mi sono allora immedesimato nell'italiano medio immaginando un suo ipotetico monologo interiore.
"Ok, è morto un motociclista. È morto facendo quel che gli più gli piaceva? Sì. Era giovane? Sì dai, 25 anni, morire a quel modo è una tragedia. Mai vinto nulla? Nulla nulla, ma prometteva bene. Cazzo finora mi ricorda troppo Simoncelli. Ma era famoso? Insomma, non proprio. Già perde punti. Momento momento momento! Era italiano? No! Ahia, mi sa che allora non posso cagarlo, per me non esiste, è morto davvero, anzi per me è come se non fosse mai esistito. Ma adesso basta pensare, vado su qualche pagina a difendere la memoria del mitico Sic".
Addio Thomas insegna agli angeli a morire e non venire cagato. E salutaci il tuo collega sfigato Tomizawa.
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