Conosco B. da circa 8 anni, ma non entravo in camera sua da un bel po', da quando ci siamo allontanati frequentando compagnie diverse. Eppure mi sembra sia cambiato poco o nulla: stesso poster di Pulp Fiction, stesse cataste di film masterizzati, stessa sedia-armadio piena di t-shirts. Lui è vergognatissimo, ma dopo essersi assicurato che non farò il suo nome, mi invita a cominciare con le domande.
O: Quanti anni hai?
B: 23
O: Quando hai iniziato a sentirti emo?
B: Nel 2008, quando mi trovai per studio lontano da casa e passai un brutto periodo.
O: Per te cosa voleva dire "essere emo"?
B: Era il mio modo per far vedere a tutti il mio disagio, e allo stesso tempo per distinguermi dal resto del mondo. Inoltre volevo far incazzare i miei conciandomi a quel modo.
O: A livello di look, come si manifestava il tuo essere emo?
B: Jeans categoricamente neri, cinture maglie e scarpe sgargianti, o a quadri. Ciuffo d'ordinanza, immancabile. Avevo i dilatatori ai lobi delle orecchie e feci pure il piercing al naso, ma fece infezione e lasciai perdere subito per il dolore.
O: Ma da vero emo non avresti dovuto amare il dolore?
B: In teoria sì ma io mi limitavo alle sofferenze psicologiche.
O: Domanda stupida ma necessaria: ti sei mai tagliato? O provocato volontariamente lesioni?
B: Solo una volta, ma non per il piacere di farlo, solo che avevo bisogno di dimostrare ai miei amici di non essere un poser. Dunque presi la limetta del tagliaunghie e mi ferii le nocche superficialmente.
O: Quando hai capito di non essere più emo?
B: Semplicemente capii di non essere più l'eccezione, ma la regola. Ero su un bus urbano, una mattina, e vidi entrare un'orda di ragazzini di 13-14 anni vestiti come me, tutti uguali. E provai un immenso disprezzo. Poi pensai che se fossi stato vicino a loro, chiunque mi avrebbe associato a loro. Dunque decisi di distaccarmi da quello stile, mi rasai a zero anche perché iniziavo a perdere qualche capello di troppo, e tenni solo un dilatatore.
O: Adesso come ti definiresti?
B: Sono un ragazzo normale e spero di non poter essere catalogato in nessuna categoria.
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